Blog di utilità e di condivisione di contenuti e informazioni culturali con particolare riguardo al grande mondo della musica.
domenica 30 agosto 2015
LA STORIA DEL JAZZ
Noto con mia grande soddisfazione che la grande mamma Rai ha incominciato veramente a fare la mamma e a istruire i propri figli (gli italiani), attraverso il servizio on demand del proprio sito internet con la riproposizione di trasmissioni culturali che raccontano il grande mondo della storia della musica. RAI 5 è il canale dedicato alla cultura in genere. Vi ripropongo la trasmissione di qualche sera fa che ha affrontato in maniera dettagliata il tema dell'evoluzione di un particolare genere della musica per così dire contemporanea, il Jazz, a partire, e non poteva essere altrimenti, dalla descrizione di uno dei più grandi interpreti di questo genere: Louis Armstrong.
giovedì 20 agosto 2015
TOSCA IN SINTESI
Il video che posto in questo articolo rappresenta, a mio avviso, una delle opere più belle mai scritte da un compositore nel panorama del genere musicale melodrammatico. Suggerisco la visione del video in particolare di tre sezioni: da minuto 1:12:42 a minuto 1:16:23 (la celebre aria di Tosca "Vissi d'arte"); da minuto 1:20:00 a minuto 1:27:07 (l'uccisione di Scarpia per mano di Tosca); da minuto 1:34:50 fino alla fine (la celebre aria di Cavaradossi "E lucevan le stelle"). Gli episodi selezionati rappresentano la sintesi dell'intera opera e potrebbe essere proposta ad una classe di scuola media o superiore, laddove
l'insegnante affronta lezioni di ascolto ed analisi dei diversi generi ed
epoche musicali.
Cenni Biografici sul compositore:
Cenni Biografici sul compositore:
Giacomo Puccini |
Giacomo Puccini, il più importante compositore italiano della generazione
post-verdiana, nacque a Lucca il 22 dicembre 1858 da una famiglia di musicisti:
da molte generazioni i Puccini erano Maestri di cappella del Duomo di
Lucca.
Dopo la morte del padre, quando aveva solo cinque anni, fu mandato a studiare presso lo zio Fortunato Magi, che lo considerava un allievo non troppo dotato e scarsamente disciplinato.
Dal 1880 al 1883 studiò al conservatorio di Milano, dove fu allievo di Amilcare Ponchielli e Antonio Bazzini. Tra le composizioni di questi anni spiccano un Preludio Sinfonico e un Capriccio Sinfonico scritto come saggio di diploma nel 1883.
Durante questo periodo milanese fu assiduo frequentatore di teatri e tramite la mediazione di Catalani entrò in contatto con Arrigo Boito, Franco Faccio, Marco Praga e gli ambienti della scapigliatura.
Puccini partecipò al concorso per opere in un atto indetto dall'editore Sonzogno nel 1883 con "Le Villi", su libretto di Ferdinando Fontana. L'opera non vinse il concorso, ma nel 1884 fu rappresentata con il titolo originale "Le Willis" al Teatro dal Verme di Milano sotto il patrocinio dell'editore Giulio Ricordi, concorrente di Sonzogno.
Rincuorato dal successo di "Le Villi", Ricordi commissionò una nuova opera al duo Puccini-Fontana, destinata questa volta al Teatro alla Scala, ma "Edgar" (1889) non ebbe successo, e nei decenni successivi sarà radicalmente rimaneggiata da Puccini.
Nel 1891 Puccini si trasferì a Torre del Lago: ne amava il mondo rustico e lo considerava il posto ideale per coltivare la sua passione per la caccia e per le baldorie tra artisti. Di Torre del Lago il maestro fece il suo rifugio, facendosi costruire la villa che andò ad abitare nel 1900 e qui furono composte le sue opere di maggior successo.
Il primo grande successo internazionale giunse a Torino nel 1903 con "Manon Lescaut" (libretto di D. Oliva), la terza opera di Puccini che segnò l'inizio della collaborazione con i librettisti Luigi Illica e Giuseppe Giacosa, i quali scriveranno poi i libretti delle successive opere più famose e rappresentate del teatro pucciniano.
"La Bohème" (Torino 1896, basata su una trama di Henry Murger), è forse l'opera più celebre di Puccini e tra le migliori del panorama operistico romantico.
Con "Tosca" (1900) Puccini sfocia nel melodramma storico a forti tinte che venne accolto con favore dal pubblico romano, mentre la successiva “Madama Butterfly” (Milano 1904, basata su un dramma di David Belasco) fu un solenne fiasco alla Scala che solo dopo alcuni rimaneggiamenti diventa, in seguito, un nuovo grande successo al Teatro Grande di Brescia.
Seguirono 6 anni di pausa durante la quale Puccini lavora ad un'enorme quantità di progetti abortiti, talvolta abbandonati ad uno stadio di composizione avanzato, infine, dopo viaggi e riflessioni, ricominciò a concludere le sue composizioni nel 1910.
La passione per l'esotismo da cui era nata "Madama Butterfly" spinge sempre più il musicista a confrontarsi con il linguaggio e gli stili musicali internazionali dell'epoca, nasce così "La fanciulla del West", un western ante-litteram, rappresentata per la prima volta al Metropolitan Opera di New York nel 1910 e nel 1917 "La Rondine", concepita come operetta e nata come curioso ibrido tra operetta e melodramma.
Puccini compose 12 Opere, molte pagine corali, tra cui una Messa e un Requiem, liriche per canto e pianoforte e varie composizioni strumentali.
L'ultima opera, Turandot, iniziata nel 1920 rimase incompiuta, interrotta dalla morte di Puccini quando mancava soltanto il finale dell'ultimo atto: il compositore morì a Bruxelles il il 24 novembre 1924, per sopraggiunte complicazioni durante la cura di un tumore all'esofago.
La morte di Puccini fu un lutto per l'Italia intera e per tutti i suoi sostenitori sparsi nel mondo. Inizialmente il compositore venne seppellito a Milano, ma nel 1926 il figlio Antonio fece trasferire le sue reliquie a Torre del Lago in una piccola cappella privata della villa sul lago dove Puccini aveva composto i suoi capolavori.
Le ultime due scene della "Turandot" furono terminate da Franco Alfano, ma la sera della prima rappresentazione il maestro Toscanini interruppe l'esecuzione là dove il maestro l'aveva interrotta, con la morte di Liù.
Nel 2001 Luciano Berio compose un nuovo finale basato sul medesimo libretto e sugli appunti di Puccini.
Dopo la morte del padre, quando aveva solo cinque anni, fu mandato a studiare presso lo zio Fortunato Magi, che lo considerava un allievo non troppo dotato e scarsamente disciplinato.
Dal 1880 al 1883 studiò al conservatorio di Milano, dove fu allievo di Amilcare Ponchielli e Antonio Bazzini. Tra le composizioni di questi anni spiccano un Preludio Sinfonico e un Capriccio Sinfonico scritto come saggio di diploma nel 1883.
Durante questo periodo milanese fu assiduo frequentatore di teatri e tramite la mediazione di Catalani entrò in contatto con Arrigo Boito, Franco Faccio, Marco Praga e gli ambienti della scapigliatura.
Puccini partecipò al concorso per opere in un atto indetto dall'editore Sonzogno nel 1883 con "Le Villi", su libretto di Ferdinando Fontana. L'opera non vinse il concorso, ma nel 1884 fu rappresentata con il titolo originale "Le Willis" al Teatro dal Verme di Milano sotto il patrocinio dell'editore Giulio Ricordi, concorrente di Sonzogno.
Rincuorato dal successo di "Le Villi", Ricordi commissionò una nuova opera al duo Puccini-Fontana, destinata questa volta al Teatro alla Scala, ma "Edgar" (1889) non ebbe successo, e nei decenni successivi sarà radicalmente rimaneggiata da Puccini.
Nel 1891 Puccini si trasferì a Torre del Lago: ne amava il mondo rustico e lo considerava il posto ideale per coltivare la sua passione per la caccia e per le baldorie tra artisti. Di Torre del Lago il maestro fece il suo rifugio, facendosi costruire la villa che andò ad abitare nel 1900 e qui furono composte le sue opere di maggior successo.
Il primo grande successo internazionale giunse a Torino nel 1903 con "Manon Lescaut" (libretto di D. Oliva), la terza opera di Puccini che segnò l'inizio della collaborazione con i librettisti Luigi Illica e Giuseppe Giacosa, i quali scriveranno poi i libretti delle successive opere più famose e rappresentate del teatro pucciniano.
"La Bohème" (Torino 1896, basata su una trama di Henry Murger), è forse l'opera più celebre di Puccini e tra le migliori del panorama operistico romantico.
Con "Tosca" (1900) Puccini sfocia nel melodramma storico a forti tinte che venne accolto con favore dal pubblico romano, mentre la successiva “Madama Butterfly” (Milano 1904, basata su un dramma di David Belasco) fu un solenne fiasco alla Scala che solo dopo alcuni rimaneggiamenti diventa, in seguito, un nuovo grande successo al Teatro Grande di Brescia.
Seguirono 6 anni di pausa durante la quale Puccini lavora ad un'enorme quantità di progetti abortiti, talvolta abbandonati ad uno stadio di composizione avanzato, infine, dopo viaggi e riflessioni, ricominciò a concludere le sue composizioni nel 1910.
La passione per l'esotismo da cui era nata "Madama Butterfly" spinge sempre più il musicista a confrontarsi con il linguaggio e gli stili musicali internazionali dell'epoca, nasce così "La fanciulla del West", un western ante-litteram, rappresentata per la prima volta al Metropolitan Opera di New York nel 1910 e nel 1917 "La Rondine", concepita come operetta e nata come curioso ibrido tra operetta e melodramma.
Puccini compose 12 Opere, molte pagine corali, tra cui una Messa e un Requiem, liriche per canto e pianoforte e varie composizioni strumentali.
L'ultima opera, Turandot, iniziata nel 1920 rimase incompiuta, interrotta dalla morte di Puccini quando mancava soltanto il finale dell'ultimo atto: il compositore morì a Bruxelles il il 24 novembre 1924, per sopraggiunte complicazioni durante la cura di un tumore all'esofago.
La morte di Puccini fu un lutto per l'Italia intera e per tutti i suoi sostenitori sparsi nel mondo. Inizialmente il compositore venne seppellito a Milano, ma nel 1926 il figlio Antonio fece trasferire le sue reliquie a Torre del Lago in una piccola cappella privata della villa sul lago dove Puccini aveva composto i suoi capolavori.
Le ultime due scene della "Turandot" furono terminate da Franco Alfano, ma la sera della prima rappresentazione il maestro Toscanini interruppe l'esecuzione là dove il maestro l'aveva interrotta, con la morte di Liù.
Nel 2001 Luciano Berio compose un nuovo finale basato sul medesimo libretto e sugli appunti di Puccini.
L’Opera:
Introduzione
È un'opera lirica in tre atti di Giacomo Puccini su
libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa tratta dal dramma
omonimo di Victorien Sardou.
La prima rappresentazione fu al "Teatro Costanzi" di Roma il 14 Gennaio 1900.
La prima rappresentazione fu al "Teatro Costanzi" di Roma il 14 Gennaio 1900.
I personaggi sono:
FLORIA TOSCA (soprano) celebre cantante
BARONE SCARPIA (baritono) capo della polizia
MARIO CAVARADOSSI (tenore) pittore
CESARE ANGELOTTI (basso)
IL SAGRESTANO (basso)
SPOLETTA (tenore) agente di polizia
SCIARRONE (basso) gendarme
UN CARCERIERE (basso)
UN PASTORELLO (voce bianca)
SERGENTE DEI DOGANIERI (basso)
CORO
Trama
L’azione si svolge nel 1800 a Roma in un
clima di tensione in seguito agli avvenimenti rivoluzionari in Francia e alla
caduta della prima Repubblica Romana.
ATTO I 'Chiesa di Sant'Andrea della Valle.
Il prigioniero politico Cesare Angelotti,
evaso da Castel Sant’Angelo, cerca rifugio nella chiesa, trova la chiave nel
luogo convenuto ed entra nella cappella che appartiene alla sorella, la
marchesa Attavanti.
La donna è stata ritratta senza saperlo
in un quadro del pittore Mario Cavaradossi il quale sta dipingendo una cappella
della chiesa.
Angelotti si nasconde all’apparire del
sagrestano; costui borbottando mette in ordine gli attrezzi del pittore il
quale giunge poco dopo per continuare il suo dipinto. Il sagrestano si congeda,
allora Angelotti esce dal nascondiglio, riconosce in Cavaradossi un amico e gli
racconta la sua avventurosa fuga. Il loro colloquio è interrotto dall’arrivo di
Floria Tosca, la bella cantante amante del pittore.
Di nuovo Angelotti si nasconde; Tosca,
mentre espone a Mario il suo progetto amoroso per la sera, vede nella figura
della Maddalena del dipinto la marchesa Attavanti, fa una scenata di gelosia al
pittore che riesce a calmarla. All’uscita di Tosca il fuggitivo riappare e
continua il dialogo con Mario che gli offre il suo aiuto.
Cavaradossi e Angelotti lasciano la
chiesa dove entra, alla ricerca dell’evaso, poco dopo Scarpia, capo della
polizia papalina, sospettando di Mario bonapartista.
Tosca torna alla chiesa per informare
l’amato che la sera deve cantare a Palazzo Farnese per i festeggiamenti della
vittoria dell’esercito austriaco su Napoleone a Marengo.
Scarpia, che si è invaghito di Tosca,
alimenta la gelosia della giovane; costei sospettando un incontro di Mario con
la marchesa giura di ritrovarli mentre viene seguita dal poliziotto Spoletta
per ordine del suo capo.
ATTO II 'Palazzo Farnese “Scarpia”.
Mentre cena in una sala di Palazzo
Farnese, ode la voce di Tosca che esegue la cantata celebrativa; nel frattempo
i poliziotti conducono in sua presenza Mario che, arrestato e interrogato,
rifiutando di rivelare il nascondiglio di Angelotti, viene condotto in una
stanza dove viene torturato.
Sopraggiunta Tosca convocata da Scarpia,
udendo i gemiti dell’amato, rivela il nascondiglio del fuggitivo: il pozzo
della villa di Cavaradossi.
Mario apprende del tradimento della
giovane e si rifiuta di abbracciarla; in quel momento arriva il gendarme
Sciarrone ad annunciare che Napoleone non ha subito una sconfitta, ma ha vinto
a Marengo.
Mario esulta ad alta voce e Scarpia lo
condanna immediatamente a morte. Disperata, Tosca gli chiede di concedere la
grazia a Mario. Scarpia la ricatta: se gli si concederà, potrà salvare
Cavaradossi e lasciare Roma con lui. Viene interrotto da Spoletta il quale
informa che Angelotti per evitare la cattura si è ucciso.
Tosca promette di darsi a Scarpia in
cambio della vita dell’amato, allora costui finge di dare ordini perché la
fucilazione di Mario sia solo simulata con i fucili caricati a salve. Mentre
quello compila il salvacondotto la giovane prende un coltello e lo uccide.
ATTO III 'La piattaforma di Castel Sant'Angelo'.
È l’alba. Cavaradossi, in attesa di
essere giustiziato, inizia a scrivere una lettera di addio che un carceriere,
in cambio di un anello, dovrà consegnere a Tosca. La donna arriva e informa il
giovane della fucilazione simulata; in realtà Scarpia l’ha ingannata: Mario
viene fucilato veramente.
Allora Tosca, disperata ed inseguita
dagli sbirri che hanno scoperto il cadavere di Scarpia, si getta dagli spalti
del castello.
sabato 25 luglio 2015
THE GROUND (DALLA MESSA: SUNRISE MASS) di Ola Gjeilo
PRESENTAZIONE DEL BRANO A CURA DELL'AUTORE:
The Ground (tradotto in italiano: La Terra) è un brano che
si basa su un corale dall'ultimo movimento della Messa d’Alba (2008) da me
composta per coro e orchestra d'archi. Il corale, con inizio al “Pleni sunt
caeli”, rappresenta il culmine della Messa, e l’ho intitolato Identità &
Terra perché volevo trasmettere un senso di arrivo alla fine della Messa; di
aver raggiunto così una sorta di pace e di scarico di tutta la tensione, a
livello emozionale, accumulata durante l’articolazione dell’intera Messa.
Tuttavia, ho veramente voluto fare una versione che potrebbe
essere eseguita indipendentemente dalla Messa (come con l'impostazione del
brano a cappella “The Sphere”), essendo più accessibile in termini di
strumentazione.
Quindi, ecco una versione con accompagnamento di pianoforte
e quartetto d'archi opzionale, tra cui un nuovo intro e un epilogo che
caratterizza soprattutto il pianoforte, con l’accompagnamento del coro e degli
archi. Le funzioni del coro vengono trattate nel brano quasi come un'orchestra
d'archi, evidenziandone un suono caldo e suggestivo. Amo il suono del coro e
archi raddoppiando l'un l'altro!
Ho sempre raccomando di eseguire The Ground con le parti
opzionali di un quartetto d’archi (o d’insieme d’archi). Il pezzo è stato
scritto, di prima intenzione, per coro e
pianoforte.
In termini di timbro corale, l'intenzione originale dietro
il pezzo era un suono molto caldo e ricco con un vibrato limitato. E
'importante che il primo ingresso del coro sia morbido e tenero, in modo che ci
sia un sacco di tempo e di spazio per crescere in modo dinamico fino a
raggiungere il fortissimo a lettera B.
Suggerendo una buona dinamica attraverso l’uso del pianoforte
è sempre una sfida con la musica corale, dal momento che l'equilibrio tra coro
e pianoforte dipende tanto dalle dimensioni del coro, dove si trova il piano, e
dalle dimensioni della sala. Protendo sempre a privilegiare un buon ascolto del
pianoforte nelle esecuzioni corali, consigliando di aprire il coperchio dello
strumento in posizione di semi-apertura.
CHI E' OLA GJEILO:
Ola Gjeilo è nato il 5 maggio 1978. Il figlio di Inge Gjeilo
e Anne-maggio Gjeilo, ha iniziato a suonare il pianoforte e comporre quando
aveva cinque anni, cresciuto nella città di Skui, Norvegia. Sempre
basandosi sulla sua capacità istintiva di ascoltare la musica, ha finalmente
imparato a leggere la musica quando aveva appena sette anni. Ola ha sempre
saputo che voleva essere un compositore da un'età molto giovane. Mentre al
liceo, Ola è stato un ottimo pianista e ha preso lezioni di composizione con Wolfgang
Plagge . Nella sua carriera universitaria, Gjeilo ha studiato presso
l'Accademia Norvegese di Musica (1999-2001), trasferito alla Juilliard
School (2001), e ha studiato al Royal College of Music di Londra
(2002-2004) per ricevere una laurea in composizione . Ha continuato i suoi
studi alla Juilliard (2004-2006), dove ha conseguito il Master nel 2006, anche nella
composizione. Gjeilo attualmente risiede a New York, dove ha risieduto
stabilmente dal 2006. Si è sposato con Laura Inman nel 2012, e attualmente
risiede a Manhattan a lavorare come compositore freelance.
Le sue composizioni sono state al centro di un CD registrato
con la “Fenice Corale” nel 2009 intitolato "Northern Lights:
Choral Works by Ola Gjeilo". Oltre a comporre ogni traccia dell'album, Ola
era il pianista per ciascuna delle sue opere con pianoforte
nell'orchestrazione. Questo album è stato nominato Miglior Album Classico
dell'anno da iTunes nel 2012, ed è stato l'album più venduto per i prestigiosi
Chandos Records negli Stati Uniti per il 2012. Gjeilo è stato anche
vincitore (2008 e 2009) del Grammy Phoenix Chorale.
(da WIKIPEDIA)
Versione Completa:
Parti staccate:
domenica 12 luglio 2015
JESUS BLEIBET MEINE FREUDE (BASI VOCALI)
Jesus
bleibet meine Freude è il titolo del celebre corale di Johann Sebastian Bach,
tratto dalla Cantata BWV 147. Esso è caratterizzato da un flusso melodico
ininterrotto eseguito dall’organista, che si intreccia con gli interventi
saltuari del coro. La melodia organistica si interrompe solo durante due versi
cantati dal coro, Jesus bleibet meine Freude e Jesus wehret allem Leide, quasi
a voler sottolineare il senso statico di quelle parole: Cristo resta in eterno
la gioia dell’anima e può fermare la sofferenza umana. In tutti gli altri versi
la melodia affidata all’organo esprime il flusso ininterrotto di energia
spirituale che promana da Cristo, come espresso dal testo con termini quali
“linfa”, “forza”, “consolazione”.
Testo:
Jesus bleibet meine Freude
Meines Herzens Trost und Saft,
Jesus wehret allem Leide,
er ist meines Lebens Kraft,
meiner Augen Lust und Sonne,
meiner Seele Schatz und Wonne,
darum lass ich Jesum nicht
aus dem Herzen und Gesicht.
Traduzione:
(adattata alla musica)
Gesù
rimane la mia gioia,
conforto e
linfa, del mio cuore,
Gesù vince
ogni dolor,
è la forza
della mia vita,
tesoro e
diletto della mia anima.sabato 11 luglio 2015
BASI AVE MARIA DI J. ARCADELT
Jacques Arcadelt, chiamato anche Jacob
Arcadelt, è stato un popolare compositore franco-fiammingo del Rinascimento. Era noto per le sue opere in stile
madrigale, e ha prodotto diversi volumi di questa forma musicale nella sua
carriera. Uno dei pionieri dello
stile madrigale, Arcadelt è stato ispirato da testi di vari poeti famosi come
Jacopo Sannazzaro e Petrarca utilizzando alcuni testi nei suoi brani. Attraverso
il suo tempo, ha composto, oltre ai madrigali anche mottetti. Visse gran parte
della sua vita a Parigi e lì si dedicò alla scrittura di Chanson e Messe.
Le prime composizioni conosciute di Arcadelt
sono stati pubblicati in Germania nel 1531. Si trattava di un gruppo di
mottetti, scritto in stile fiorentino, anche se, queste opere non sono
sopravvissute fino ad oggi. Seguendo i suoi mottetti, Arcadelt compose una
vasta gamma di madrigali e pubblicò la sua prima serie di madrigali nel 1538
anche quelli andati persi. La stessa serie di madrigali fu ripubblicato nel
1539. Dopo il successo delle sue opere, è stato nominato al coro papale nella
basilica di San Pietro a Roma. Si ritiene, anche da molti dei suoi compositori
successivi che Arcadelt iniziò come cantante nel coro di San Pietro prima di
trasformarsi in un compositore a tutti gli effetti. Negli anni successivi, le
fonti affermano che Arcadelt operò presso la Cappella Giulia e la Cappella
Sistina dove è stato scelto come Maestro Cantore, e dove le sue opere madrigali
iniziali riscuotono un enorme successo e ripubblicate per ben 45 edizioni. Dei
quattro libri dei suoi madrigali che ha composto in questo periodo, la prima di
queste collezioni, "Il Primo Libro di Madrigali è quello senza dubbio di
maggior successo.
Arcadelt proseguita con la Cappella Sistina
fino 1551 come cantante e compositore, e ha lasciato la Francia per un breve
periodo. Nel corso di questo evento, probabilmente nel 1552, si ritiene che il
compositore è stato brevemente a contatto con il famoso Michelangelo, ma il
connubio tra i due venne da entrambe le parti sempre sottovalutato.
Una volta che è tornato di nuovo alla Cappella
Sistina, Arcadelt ha scritto oltre 200 madrigali prima della sua partenza per
la Francia, dove visse per il resto della sua vita. Dopo i successi delle sue
opere madrigali, Arcadelt cambia stile e sperimenta le chansons, le messe e i mottetti,
che sono stati anche ricevuti con la stessa quantità di apprezzamento. Nel
1557, ha scritto e pubblicato un libro di Messe, che ha dedicato al suo nuovo
datore di lavoro, Charles de Guise. Ci sono stati vari dibattiti che hanno
suggerito che Arcadelt anche brevemente ha servito sia Carlo IX che Enrico II
durante le fasi successive della sua carriera. Una volta che ha ricevuto un
enorme successo con i suoi mottetti e chansons, ha impiegato una casa editrice
in Francia (Le Roy e Ballard) per stampare le sue opere con le stesse modalità
delle stampe veneziane che in precedenza aveva utilizzato per i suoi madrigali.
Jacques Arcadelt morì il 14 ottobre del 1568 a
Parigi. Le ragioni della morte del compositore sono sconosciute.
Di seguito allego la partitura in visione o in formato scaricabile (le basi video si trovano nella seconda pagina raggiungibile dal link "continua a leggere"):
Di seguito allego la partitura in visione o in formato scaricabile (le basi video si trovano nella seconda pagina raggiungibile dal link "continua a leggere"):
lunedì 25 maggio 2015
FRATELLO SOLE E SORELLA LUNA
Descrizione del brano:
Il brano, appartenente alla
colonna sonora del film Fratello sole, sorella luna di Franco
Zeffirelli, è stato scritto e composto, nella parte testuale, da
padre Jean-Marie Benjamin su musica di Riz Ortolani (autore
anche degli altri brani strumentali presenti nella colonna sonora). Tutte le
canzoni sono arrangiate da Riz Ortolani e l’orchestra accompagna, nella versione cinematografica, Baglioni.
Padre Jean-Marie Benjamin, cantautore
scozzese, inciderà poi le tre canzoni più famose del film (Fratello sole,
Preghiera Semplice e La Canzone di San Damiano) in inglese, e le inserirà
in Brother Sun, Sister Moon (nella edizione internazionale del
film di Zeffirelli, le canzoni sono infatti presenti nella sua versione).
Il 45 giri diventerà il maggior
successo di vendite di Baglioni fino a quel momento, arrivando fino alla
trentunesima posizione nella classifica dei 45 giri più venduti. (fonte tratta
da Wikipedia).
Tutti e tre i brani hanno avuto
una particolare fortuna nelle celebrazioni liturgiche, per via dei testi che
hanno molti richiami alla vita di san Francesco d'Assisi.
Riz Ortolani:
Il nome di Riz Ortolani resta
legato anche all'orchestra di musica leggera da lui fondata e che porta il suo
nome e con la quale ha girato il mondo. Ma buona parte della sua fama si deve
alle tantissime (oltre duecento) colonne sonore realizzate per film italiani e
internazionali. Fra i più noti Il sorpasso (1962), Danza
macabra (1964), Africa addio (1966), I giorni
dell'ira (1967), Addio zio Tom (1971), Fratello
sole, sorella luna (1972), Sette orchidee macchiate di rosso (1972), Cannibal
Holocaust(1980). Fra i suoi lavori più recenti, le musiche per la
fiction Un matrimonio, di Pupi Avati, in onda su RaiUno. Quello con
il regista bolognese è stato un vero e proprio sodalizio: Ortolani ha firmato
le colonne sonore di tutti i suoi film, da Aiutami a sognare (1981), Una
gita scolastica e Zeder (entrambi dell'83),Impiegati e Noi
tre (1984) a Festa di laurea (1985), Regalo
di Natale (1986), Ultimo minuto (1987), da Storia
di ragazzi e ragazze (1989), Fratelli e sorelle (1991),Magnficat (1993)
a Il testimone dello sposo (1997), La via degli angeli (1999), I
cavalieri che fecero l'impresa (2001), da Il cuore altrove (2003), La
rivincita di Natale(2004) a La seconda notte di nozze e Ma
quando arrivano le ragazze? (2005), La cena per farli
conoscere (2006), Il nascondiglio (2007) fino ai film
più recenti del regista. Ma sono importanti anche le prestigiose collaborazioni
con Damiano Damiani e altri registi come Vittorio De Sica, Antony Asquith,
Edward Dmytrik, Alberto Lattuada, Terence Young, Robert Siodmak, Dino Risi,
Franco Zeffirelli, Carlo Lizzani.
Ma oltre al contributo artistico dato al cinema, va ricordato anche quello che Ortolani diede alle grandi produzioni televisive internazionali, come la prima stagione di La piovra, Cristoforo Colombo di Lattuada, La primavera di Michelangelo di Jerry London e, ancora più indietro nel tempo, gli sceneggiati più popolari come La cittadella, La freccia nera, David Copperfield, E le stelle stanno a guardare.
Nel 2004, nell'ambito del Premio Pippo Barzizza, gli era stato assegnato il Trofeo alla carriera in qualità di arrangiatore e compositore. Di recente aveva composto la sua prima opera teatrale, Il principe della gioventù, andata in scena in prima mondiale alla Fenice di Venezia il 4 settembre del 2007.
Ma oltre al contributo artistico dato al cinema, va ricordato anche quello che Ortolani diede alle grandi produzioni televisive internazionali, come la prima stagione di La piovra, Cristoforo Colombo di Lattuada, La primavera di Michelangelo di Jerry London e, ancora più indietro nel tempo, gli sceneggiati più popolari come La cittadella, La freccia nera, David Copperfield, E le stelle stanno a guardare.
Nel 2004, nell'ambito del Premio Pippo Barzizza, gli era stato assegnato il Trofeo alla carriera in qualità di arrangiatore e compositore. Di recente aveva composto la sua prima opera teatrale, Il principe della gioventù, andata in scena in prima mondiale alla Fenice di Venezia il 4 settembre del 2007.
Utilizzo delle basi:
La voce registrata dei soprani in
realtà è realizzata un’ottava bassa. Ovviamente andrà riprodotta nella giusta estensione della voce femminile trasportandola otto suoni sopra. Ma sicuramente per le mie espertissime coriste non sarà questo
il problema dei problemi. Buon divertimento!!!!
venerdì 8 maggio 2015
BASI AVE VERUM
"Ave Verum" è uno dei brani più famosi di Mozart e
anche il più popolare. Ancora oggi è incluso nella liturgia della Chiesa
cattolica romana. È stato scritto per celebrare la festa del Corpus Domini (che
era di particolare importanza nella nativa Austria di Mozart al momento).
Storia
Ave Verum è stato eseguito presso la chiesa parrocchiale a
Baden, in Austria il giorno del Corpus Domini nel 1791 (Mozart lo diede in dono
al maestro del coro locale, Anton Stoll, con il quale divenne amico, mentre la
moglie di Mozart si trovava in un vicino centro termale). Un autografo di
Mozart sul manoscritto originale è datato 17 Giugno 1791 - meno di sei mesi
prima della sua morte, avvenuta il 5 dicembre.
Testo della canzone
Latino
« Ave Verum Corpus natum de Maria Virgine
Vere passum, immolatum in cruce pro homine,
Cujus latus perforatum unda fluxit et sanguine,
Esto nobis praegustatum in mortis examine.
O Jesu dulcis, O Jesu pie, O Jesu, fili Mariae,
Miserere mei. Amen. »
Italiano
« Ave, o vero corpo, nato da Maria Vergine,
che veramente patì e fu immolato sulla croce per l'uomo,
dal cui fianco squarciato sgorgarono acqua e sangue:
fa' che noi possiamo gustarti nella prova suprema della
morte.
O Gesù dolce, o Gesù pio, o Gesù figlio di Maria.
Pietà di me. Amen. »
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