domenica 30 agosto 2015

LA STORIA DEL JAZZ

Noto con mia grande soddisfazione che la grande mamma Rai ha incominciato veramente a fare la mamma e a istruire i propri figli (gli italiani), attraverso il servizio on demand del proprio sito internet con la riproposizione di trasmissioni culturali che raccontano il grande mondo della storia della musica. RAI 5 è il canale dedicato alla cultura in genere. Vi ripropongo la trasmissione di qualche sera fa che ha affrontato in maniera dettagliata il tema dell'evoluzione di un particolare genere della musica per così dire contemporanea, il Jazz, a partire, e non poteva essere altrimenti, dalla descrizione di uno dei più grandi interpreti di questo genere: Louis Armstrong.


giovedì 20 agosto 2015

TOSCA IN SINTESI

Il video che posto in questo articolo rappresenta, a mio avviso,  una delle opere più belle mai scritte da un compositore nel panorama del genere musicale melodrammatico. Suggerisco la visione del video in particolare di tre sezioni: da minuto 1:12:42 a minuto 1:16:23 (la celebre aria di Tosca "Vissi d'arte"); da minuto 1:20:00 a minuto 1:27:07 (l'uccisione di Scarpia per mano di Tosca); da minuto 1:34:50 fino alla fine (la celebre aria di Cavaradossi "E lucevan le stelle"). Gli episodi selezionati rappresentano la sintesi dell'intera opera e potrebbe essere proposta ad una classe di scuola media o superiore, laddove l'insegnante affronta lezioni di ascolto ed analisi dei diversi generi ed epoche musicali.

Cenni Biografici sul compositore:
Giacomo Puccini

Giacomo Puccini, il più importante compositore italiano della generazione post-verdiana, nacque a Lucca il 22 dicembre 1858 da una famiglia di musicisti: da molte generazioni i Puccini erano Maestri di cappella del Duomo di Lucca. 

Dopo la morte del padre, quando aveva solo cinque anni, fu mandato a studiare presso lo zio Fortunato Magi, che lo considerava un allievo non troppo dotato e scarsamente disciplinato. 

Dal 1880 al 1883 studiò al conservatorio di Milano, dove fu allievo di Amilcare Ponchielli e Antonio Bazzini. Tra le composizioni di questi anni spiccano un Preludio Sinfonico e un Capriccio Sinfonico scritto come saggio di diploma nel 1883.

Durante questo periodo milanese fu assiduo frequentatore di teatri e tramite la mediazione di Catalani entrò in contatto con Arrigo Boito, Franco Faccio, Marco Praga e gli ambienti della scapigliatura.
 
Puccini partecipò al concorso per opere in un atto indetto dall'editore Sonzogno nel 1883 con "Le Villi", su libretto di Ferdinando Fontana. L'opera non vinse il concorso, ma nel 1884 fu rappresentata con il titolo originale "Le Willis" al Teatro dal Verme di Milano sotto il patrocinio dell'editore Giulio Ricordi, concorrente di Sonzogno.

Rincuorato dal successo di "Le Villi", Ricordi commissionò una nuova opera al duo Puccini-Fontana, destinata questa volta al Teatro alla Scala, ma "Edgar" (1889) non ebbe successo, e nei decenni successivi sarà radicalmente rimaneggiata da Puccini.

Nel 1891 Puccini si trasferì a Torre del Lago: ne amava il mondo rustico e lo considerava il posto ideale per coltivare la sua passione per la caccia e per le baldorie tra artisti. Di Torre del Lago il maestro fece il suo rifugio, facendosi costruire la villa che andò ad abitare nel 1900 e qui furono composte le sue opere di maggior successo. 

Il primo grande successo internazionale giunse a Torino nel 1903 con "Manon Lescaut" (libretto di D. Oliva), la terza opera di Puccini che segnò l'inizio della collaborazione con i librettisti Luigi Illica e Giuseppe Giacosa, i quali scriveranno poi i libretti delle successive opere più famose e rappresentate del teatro pucciniano.

"La Bohème" (Torino 1896, basata su una trama di Henry Murger), è forse l'opera più celebre di Puccini e tra le migliori del panorama operistico romantico.

Con "Tosca" (1900) Puccini sfocia nel melodramma storico a forti tinte che venne accolto con favore dal pubblico romano, mentre la successiva “Madama Butterfly” (Milano 1904, basata su un dramma di David Belasco) fu un solenne fiasco alla Scala che solo dopo alcuni rimaneggiamenti diventa, in seguito, un nuovo grande successo al Teatro Grande di Brescia.

Seguirono 6 anni di pausa durante la quale Puccini lavora ad un'enorme quantità di progetti abortiti, talvolta abbandonati ad uno stadio di composizione avanzato, infine, dopo viaggi e riflessioni, ricominciò a concludere le sue composizioni nel 1910.

La passione per l'esotismo da cui era nata "Madama Butterfly" spinge sempre più il musicista a confrontarsi con il linguaggio e gli stili musicali internazionali dell'epoca, nasce così "La fanciulla del West", un western ante-litteram, rappresentata per la prima volta al Metropolitan Opera di New York nel 1910 e nel 1917 "La Rondine", concepita come operetta e nata come curioso ibrido tra operetta e melodramma. 

Puccini compose 12 Opere, molte pagine corali, tra cui una Messa e un Requiem, liriche per canto e pianoforte e varie composizioni strumentali.

L'ultima opera, Turandot, iniziata nel 1920 rimase incompiuta, interrotta dalla morte di Puccini quando mancava soltanto il finale dell'ultimo atto: il compositore morì a Bruxelles il il 24 novembre 1924, per sopraggiunte complicazioni durante la cura di un tumore all'esofago. 

La morte di Puccini fu un lutto per l'Italia intera e per tutti i suoi sostenitori sparsi nel mondo. Inizialmente il compositore venne seppellito a Milano, ma nel 1926 il figlio Antonio fece trasferire le sue reliquie a Torre del Lago in una piccola cappella privata della villa sul lago dove Puccini aveva composto i suoi capolavori.

Le ultime due scene della "Turandot" furono terminate da Franco Alfano, ma la sera della prima rappresentazione il maestro Toscanini interruppe l'esecuzione là dove il maestro l'aveva interrotta, con la morte di Liù. 

Nel 2001 Luciano Berio compose un nuovo finale basato sul medesimo libretto e sugli appunti di Puccini.

L’Opera:

Introduzione
È un'opera lirica in tre atti di Giacomo Puccini su libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa tratta dal dramma omonimo di Victorien Sardou.
La prima rappresentazione fu al "Teatro Costanzi" di Roma il 14 Gennaio 1900
I personaggi sono:

*     FLORIA TOSCA (soprano) celebre cantante
*     BARONE SCARPIA (baritono) capo della polizia
*     MARIO CAVARADOSSI (tenore) pittore
*     CESARE ANGELOTTI (basso)
*     IL SAGRESTANO (basso)
*     SPOLETTA (tenore) agente di polizia
*     SCIARRONE (basso) gendarme
*     UN CARCERIERE (basso)
*     UN PASTORELLO (voce bianca)
*     SERGENTE DEI DOGANIERI (basso)
*     CORO

Trama
L’azione si svolge nel 1800 a Roma in un clima di tensione in seguito agli avvenimenti rivoluzionari in Francia e alla caduta della prima Repubblica Romana.

ATTO I 'Chiesa di Sant'Andrea della Valle.
Il prigioniero politico Cesare Angelotti, evaso da Castel Sant’Angelo, cerca rifugio nella chiesa, trova la chiave nel luogo convenuto ed entra nella cappella che appartiene alla sorella, la marchesa Attavanti.
La donna è stata ritratta senza saperlo in un quadro del pittore Mario Cavaradossi il quale sta dipingendo una cappella della chiesa.
Angelotti si nasconde all’apparire del sagrestano; costui borbottando mette in ordine gli attrezzi del pittore il quale giunge poco dopo per continuare il suo dipinto. Il sagrestano si congeda, allora Angelotti esce dal nascondiglio, riconosce in Cavaradossi un amico e gli racconta la sua avventurosa fuga. Il loro colloquio è interrotto dall’arrivo di Floria Tosca, la bella cantante amante del pittore.
Di nuovo Angelotti si nasconde; Tosca, mentre espone a Mario il suo progetto amoroso per la sera, vede nella figura della Maddalena del dipinto la marchesa Attavanti, fa una scenata di gelosia al pittore che riesce a calmarla. All’uscita di Tosca il fuggitivo riappare e continua il dialogo con Mario che gli offre il suo aiuto.
Cavaradossi e Angelotti lasciano la chiesa dove entra, alla ricerca dell’evaso, poco dopo Scarpia, capo della polizia papalina, sospettando di Mario bonapartista.
Tosca torna alla chiesa per informare l’amato che la sera deve cantare a Palazzo Farnese per i festeggiamenti della vittoria dell’esercito austriaco su Napoleone a Marengo.
Scarpia, che si è invaghito di Tosca, alimenta la gelosia della giovane; costei sospettando un incontro di Mario con la marchesa giura di ritrovarli mentre viene seguita dal poliziotto Spoletta per ordine del suo capo.

ATTO II 'Palazzo Farnese “Scarpia”.
Mentre cena in una sala di Palazzo Farnese, ode la voce di Tosca che esegue la cantata celebrativa; nel frattempo i poliziotti conducono in sua presenza Mario che, arrestato e interrogato, rifiutando di rivelare il nascondiglio di Angelotti, viene condotto in una stanza dove viene torturato.
Sopraggiunta Tosca convocata da Scarpia, udendo i gemiti dell’amato, rivela il nascondiglio del fuggitivo: il pozzo della villa di Cavaradossi.
Mario apprende del tradimento della giovane e si rifiuta di abbracciarla; in quel momento arriva il gendarme Sciarrone ad annunciare che Napoleone non ha subito una sconfitta, ma ha vinto a Marengo.
Mario esulta ad alta voce e Scarpia lo condanna immediatamente a morte. Disperata, Tosca gli chiede di concedere la grazia a Mario. Scarpia la ricatta: se gli si concederà, potrà salvare Cavaradossi e lasciare Roma con lui. Viene interrotto da Spoletta il quale informa che Angelotti per evitare la cattura si è ucciso.
Tosca promette di darsi a Scarpia in cambio della vita dell’amato, allora costui finge di dare ordini perché la fucilazione di Mario sia solo simulata con i fucili caricati a salve. Mentre quello compila il salvacondotto la giovane prende un coltello e lo uccide.

ATTO III 'La piattaforma di Castel Sant'Angelo'.
È l’alba. Cavaradossi, in attesa di essere giustiziato, inizia a scrivere una lettera di addio che un carceriere, in cambio di un anello, dovrà consegnere a Tosca. La donna arriva e informa il giovane della fucilazione simulata; in realtà Scarpia l’ha ingannata: Mario viene fucilato veramente.
Allora Tosca, disperata ed inseguita dagli sbirri che hanno scoperto il cadavere di Scarpia, si getta dagli spalti del castello.










sabato 25 luglio 2015

THE GROUND (DALLA MESSA: SUNRISE MASS) di Ola Gjeilo



PRESENTAZIONE DEL BRANO A CURA DELL'AUTORE:
The Ground (tradotto in italiano: La Terra) è un brano che si basa su un corale dall'ultimo movimento della Messa d’Alba (2008) da me composta per coro e orchestra d'archi. Il corale, con inizio al “Pleni sunt caeli”, rappresenta il culmine della Messa, e l’ho intitolato Identità & Terra perché volevo trasmettere un senso di arrivo alla fine della Messa; di aver raggiunto così una sorta di pace e di scarico di tutta la tensione, a livello emozionale, accumulata durante l’articolazione dell’intera Messa.
Tuttavia, ho veramente voluto fare una versione che potrebbe essere eseguita indipendentemente dalla Messa (come con l'impostazione del brano a cappella “The Sphere”), essendo più accessibile in termini di strumentazione.
Quindi, ecco una versione con accompagnamento di pianoforte e quartetto d'archi opzionale, tra cui un nuovo intro e un epilogo che caratterizza soprattutto il pianoforte, con l’accompagnamento del coro e degli archi. Le funzioni del coro vengono trattate nel brano quasi come un'orchestra d'archi, evidenziandone un suono caldo e suggestivo. Amo il suono del coro e archi raddoppiando l'un l'altro!
Ho sempre raccomando di eseguire The Ground con le parti opzionali di un quartetto d’archi (o d’insieme d’archi). Il pezzo è stato scritto, di prima intenzione,  per coro e pianoforte.
In termini di timbro corale, l'intenzione originale dietro il pezzo era un suono molto caldo e ricco con un vibrato limitato. E 'importante che il primo ingresso del coro sia morbido e tenero, in modo che ci sia un sacco di tempo e di spazio per crescere in modo dinamico fino a raggiungere il fortissimo a lettera B.

Suggerendo una buona dinamica attraverso l’uso del pianoforte è sempre una sfida con la musica corale, dal momento che l'equilibrio tra coro e pianoforte dipende tanto dalle dimensioni del coro, dove si trova il piano, e dalle dimensioni della sala. Protendo sempre a privilegiare un buon ascolto del pianoforte nelle esecuzioni corali, consigliando di aprire il coperchio dello strumento in posizione di semi-apertura.

CHI E' OLA GJEILO:
Ola Gjeilo è nato il 5 maggio 1978. Il figlio di Inge Gjeilo e Anne-maggio Gjeilo, ha iniziato a suonare il pianoforte e comporre quando aveva cinque anni, cresciuto nella città di Skui, Norvegia. Sempre basandosi sulla sua capacità istintiva di ascoltare la musica, ha finalmente imparato a leggere la musica quando aveva appena sette anni. Ola ha sempre saputo che voleva essere un compositore da un'età molto giovane. Mentre al liceo, Ola è stato un ottimo pianista e ha preso lezioni di composizione con Wolfgang Plagge . Nella sua carriera universitaria, Gjeilo ha studiato presso l'Accademia Norvegese di Musica (1999-2001), trasferito alla Juilliard School (2001), e ha studiato al Royal College of Music di Londra (2002-2004) per ricevere una laurea in composizione . Ha continuato i suoi studi alla Juilliard (2004-2006), dove ha conseguito il Master nel 2006, anche nella composizione. Gjeilo attualmente risiede a New York, dove ha risieduto stabilmente dal 2006. Si è sposato con Laura Inman nel 2012, e attualmente risiede a Manhattan a lavorare come compositore freelance.
Le sue composizioni sono state al centro di un CD registrato con la “Fenice Corale” nel 2009 intitolato "Northern Lights: Choral Works by Ola Gjeilo". Oltre a comporre ogni traccia dell'album, Ola era il pianista per ciascuna delle sue opere con pianoforte nell'orchestrazione. Questo album è stato nominato Miglior Album Classico dell'anno da iTunes nel 2012, ed è stato l'album più venduto per i prestigiosi Chandos Records negli Stati Uniti per il 2012. Gjeilo è stato anche vincitore (2008 e 2009) del Grammy Phoenix Chorale.
(da WIKIPEDIA)

Versione Completa:


Parti staccate:







The Ground bassi from demetrio labate on Vimeo.


domenica 12 luglio 2015

JESUS BLEIBET MEINE FREUDE (BASI VOCALI)

Jesus bleibet meine Freude è il titolo del celebre corale di Johann Sebastian Bach, tratto dalla Cantata BWV 147. Esso è caratterizzato da un flusso melodico ininterrotto eseguito dall’organista, che si intreccia con gli interventi saltuari del coro. La melodia organistica si interrompe solo durante due versi cantati dal coro, Jesus bleibet meine Freude e Jesus wehret allem Leide, quasi a voler sottolineare il senso statico di quelle parole: Cristo resta in eterno la gioia dell’anima e può fermare la sofferenza umana. In tutti gli altri versi la melodia affidata all’organo esprime il flusso ininterrotto di energia spirituale che promana da Cristo, come espresso dal testo con termini quali “linfa”, “forza”, “consolazione”.

Testo:
Jesus bleibet meine Freude
Meines Herzens Trost und Saft,
Jesus wehret allem Leide,
er ist meines Lebens Kraft,
meiner Augen Lust und Sonne,
meiner Seele Schatz und Wonne,
darum lass ich Jesum nicht
aus dem Herzen und Gesicht.

Traduzione: (adattata alla musica)
Gesù rimane la mia gioia,
conforto e linfa, del mio cuore,
Gesù vince ogni dolor,
è la forza della mia vita,
tesoro e diletto della mia anima.









sabato 11 luglio 2015

BASI AVE MARIA DI J. ARCADELT

Jacques Arcadelt, chiamato anche Jacob Arcadelt, è stato un popolare compositore franco-fiammingo del Rinascimento. Era noto per le sue opere in stile madrigale, e ha prodotto diversi volumi di questa forma musicale nella sua carriera. Uno dei pionieri dello stile madrigale, Arcadelt è stato ispirato da testi di vari poeti famosi come Jacopo Sannazzaro e Petrarca utilizzando alcuni testi nei suoi brani. Attraverso il suo tempo, ha composto, oltre ai madrigali anche mottetti. Visse gran parte della sua vita a Parigi e lì si dedicò alla scrittura di Chanson e Messe.
Le prime composizioni conosciute di Arcadelt sono stati pubblicati in Germania nel 1531. Si trattava di un gruppo di mottetti, scritto in stile fiorentino, anche se, queste opere non sono sopravvissute fino ad oggi. Seguendo i suoi mottetti, Arcadelt compose una vasta gamma di madrigali e pubblicò la sua prima serie di madrigali nel 1538 anche quelli andati persi. La stessa serie di madrigali fu ripubblicato nel 1539. Dopo il successo delle sue opere, è stato nominato al coro papale nella basilica di San Pietro a Roma. Si ritiene, anche da molti dei suoi compositori successivi che Arcadelt iniziò come cantante nel coro di San Pietro prima di trasformarsi in un compositore a tutti gli effetti. Negli anni successivi, le fonti affermano che Arcadelt operò presso la Cappella Giulia e la Cappella Sistina dove è stato scelto come Maestro Cantore, e dove le sue opere madrigali iniziali riscuotono un enorme successo e ripubblicate per ben 45 edizioni. Dei quattro libri dei suoi madrigali che ha composto in questo periodo, la prima di queste collezioni, "Il Primo Libro di Madrigali è quello senza dubbio di maggior successo.
Arcadelt proseguita con la Cappella Sistina fino 1551 come cantante e compositore, e ha lasciato la Francia per un breve periodo. Nel corso di questo evento, probabilmente nel 1552, si ritiene che il compositore è stato brevemente a contatto con il famoso Michelangelo, ma il connubio tra i due venne da entrambe le parti sempre sottovalutato.
Una volta che è tornato di nuovo alla Cappella Sistina, Arcadelt ha scritto oltre 200 madrigali prima della sua partenza per la Francia, dove visse per il resto della sua vita. Dopo i successi delle sue opere madrigali, Arcadelt cambia stile e sperimenta le chansons, le messe e i mottetti, che sono stati anche ricevuti con la stessa quantità di apprezzamento. Nel 1557, ha scritto e pubblicato un libro di Messe, che ha dedicato al suo nuovo datore di lavoro, Charles de Guise. Ci sono stati vari dibattiti che hanno suggerito che Arcadelt anche brevemente ha servito sia Carlo IX che Enrico II durante le fasi successive della sua carriera. Una volta che ha ricevuto un enorme successo con i suoi mottetti e chansons, ha impiegato una casa editrice in Francia (Le Roy e Ballard) per stampare le sue opere con le stesse modalità delle stampe veneziane che in precedenza aveva utilizzato per i suoi madrigali.
Jacques Arcadelt morì il 14 ottobre del 1568 a Parigi. Le ragioni della morte del compositore sono sconosciute.
Di seguito allego la partitura in visione o in formato scaricabile (le basi video si trovano nella seconda pagina raggiungibile dal link "continua a leggere"):



lunedì 25 maggio 2015

FRATELLO SOLE E SORELLA LUNA

Descrizione del brano:
Il brano, appartenente alla colonna sonora del film Fratello sole, sorella luna di Franco Zeffirelli, è stato scritto e composto, nella parte testuale, da padre Jean-Marie Benjamin su musica di Riz Ortolani (autore anche degli altri brani strumentali presenti nella colonna sonora). Tutte le canzoni sono arrangiate da Riz Ortolani e l’orchestra accompagna, nella versione cinematografica, Baglioni.
Padre Jean-Marie Benjamin, cantautore scozzese, inciderà poi le tre canzoni più famose del film (Fratello sole, Preghiera Semplice e La Canzone di San Damiano) in inglese, e le inserirà in Brother Sun, Sister Moon (nella edizione internazionale del film di Zeffirelli, le canzoni sono infatti presenti nella sua versione).
Il 45 giri diventerà il maggior successo di vendite di Baglioni fino a quel momento, arrivando fino alla trentunesima posizione nella classifica dei 45 giri più venduti. (fonte tratta da Wikipedia).
Tutti e tre i brani hanno avuto una particolare fortuna nelle celebrazioni liturgiche, per via dei testi che hanno molti richiami alla vita di san Francesco d'Assisi.

Riz Ortolani:
Il nome di Riz Ortolani resta legato anche all'orchestra di musica leggera da lui fondata e che porta il suo nome e con la quale ha girato il mondo. Ma buona parte della sua fama si deve alle tantissime (oltre duecento) colonne sonore realizzate per film italiani e internazionali. Fra i più noti Il sorpasso (1962), Danza macabra (1964), Africa addio (1966), I giorni dell'ira (1967), Addio zio Tom (1971), Fratello sole, sorella luna (1972), Sette orchidee macchiate di rosso (1972), Cannibal Holocaust(1980). Fra i suoi lavori più recenti, le musiche per la fiction Un matrimonio, di Pupi Avati, in onda su RaiUno. Quello con il regista bolognese è stato un vero e proprio sodalizio: Ortolani ha firmato le colonne sonore di tutti i suoi film, da Aiutami a sognare (1981), Una gita scolastica e Zeder (entrambi dell'83),Impiegati e Noi tre (1984) a Festa di laurea (1985), Regalo di Natale (1986), Ultimo minuto (1987), da Storia di ragazzi e ragazze (1989), Fratelli e sorelle (1991),Magnficat (1993) a Il testimone dello sposo (1997), La via degli angeli (1999), I cavalieri che fecero l'impresa (2001), da Il cuore altrove (2003), La rivincita di Natale(2004) a La seconda notte di nozze e Ma quando arrivano le ragazze? (2005), La cena per farli conoscere (2006), Il nascondiglio (2007) fino ai film più recenti del regista. Ma sono importanti anche le prestigiose collaborazioni con Damiano Damiani e altri registi come Vittorio De Sica, Antony Asquith, Edward Dmytrik, Alberto Lattuada, Terence Young, Robert Siodmak, Dino Risi, Franco Zeffirelli, Carlo Lizzani.
Ma oltre al contributo artistico dato al cinema, va ricordato anche quello che Ortolani diede alle grandi produzioni televisive internazionali, come la prima stagione di La piovraCristoforo Colombo di Lattuada, La primavera di Michelangelo di Jerry London e, ancora più indietro nel tempo, gli sceneggiati più popolari come La cittadellaLa freccia neraDavid CopperfieldE le stelle stanno a guardare.
Nel 2004, nell'ambito del Premio Pippo Barzizza, gli era stato assegnato il Trofeo alla carriera in qualità di arrangiatore e compositore. Di recente aveva composto la sua prima opera teatrale, Il principe della gioventù, andata in scena in prima mondiale alla Fenice di Venezia il 4 settembre del 2007.

Utilizzo delle basi:

La voce registrata dei soprani in realtà è realizzata un’ottava bassa. Ovviamente andrà riprodotta nella giusta estensione della voce femminile trasportandola otto suoni sopra. Ma sicuramente per le mie espertissime coriste non sarà questo il problema dei problemi. Buon divertimento!!!!





venerdì 8 maggio 2015

BASI AVE VERUM

"Ave Verum" è uno dei brani più famosi di Mozart e anche il più popolare. Ancora oggi è incluso nella liturgia della Chiesa cattolica romana. È stato scritto per celebrare la festa del Corpus Domini (che era di particolare importanza nella nativa Austria di Mozart al momento).

Storia
Ave Verum è stato eseguito presso la chiesa parrocchiale a Baden, in Austria il giorno del Corpus Domini nel 1791 (Mozart lo diede in dono al maestro del coro locale, Anton Stoll, con il quale divenne amico, mentre la moglie di Mozart si trovava in un vicino centro termale). Un autografo di Mozart sul manoscritto originale è datato 17 Giugno 1791 - meno di sei mesi prima della sua morte, avvenuta il 5 dicembre.

Testo della canzone
Latino
« Ave Verum Corpus natum de Maria Virgine
Vere passum, immolatum in cruce pro homine,
Cujus latus perforatum unda fluxit et sanguine,
Esto nobis praegustatum in mortis examine.
O Jesu dulcis, O Jesu pie, O Jesu, fili Mariae,
Miserere mei. Amen. »
Italiano
« Ave, o vero corpo, nato da Maria Vergine,
che veramente patì e fu immolato sulla croce per l'uomo,
dal cui fianco squarciato sgorgarono acqua e sangue:
fa' che noi possiamo gustarti nella prova suprema della morte.
O Gesù dolce, o Gesù pio, o Gesù figlio di Maria.
Pietà di me. Amen. »









cascata

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