E' mio desiderio proporvi in questo post l'ascolto di un brano che a me piace tanto per la sua particolare contabilità e un armonizzazione ricca e vigorosa, sapientemente elaborata dai compositori della colonna sonora, dei quali vi parlerò più avanti. Nel proporvi il brano però non posso esimermi dal descrivere prima il personaggio verso il quale gli autori del film si sono ispirati per la realizzare il lungometraggio. Il film da cui è tratto questo brano è Il Violinista del Diavolo, un film di Bernard Rose con David Garrett [I], Jared Harris, Andrea Deck, Joely Richardson, Veronica Ferres. Titolo originale Der Teufelsgeiger. Drammatico, durata 122 min. - Germania, Italia 2013.
Il film narra la storia umana e artistica del grande violinista Niccolò Paganini.
Siamo agli inizi dell'Ottocento. Il violinista Niccolò
Paganini dissipa le sue energie fra donne, gioco d'azzardo e stupefacenti. Quel
che è peggio, nessuno sembra capire né apprezzare il suo talento. Nessuno,
tranne un certo Urbani, mefistofelico agente (del demonio?) che lo convince a
firmare un contratto capestro: Urbani garantirà a Paganini il successo, e il
"violinista del diavolo", come verrà chiamato il musicista, dopo la
morte gli consegnerà la sua anima.
Ma chi è Niccolò Paganini:
Niccolò Paganini nasce il 27 ottobre 1782 a Genova, in
Liguria. Proviene da una famiglia di modeste condizioni: il padre è Antonio
Paganini, uomo che ha la passione per la musica e che si occupa di imballaggi,
la madre è Teresa Bocciardo. Durante la giovinezza il padre gli impartisce
lezioni di mandolino e di chitarra. Il padre lo indirizza inoltre anche verso
lo studio del violino.
In ambito musicale Niccolò è un autodidatta, poiché ha
ricevuto delle lezioni da maestri di scarso valore e di scarsa preparazione.
Continua i suoi studi di violino, ricevendo delle lezioni che gli vengono
impartite da Giovanni Costa, maestro della Cappella della Cattedrale di Genova
e da Francesco Gnecco, che svolge la professione di operista.
Nel 1795, dopo aver partecipato a svariati concerti tenutisi
nella Cattedrale di Genova, parte per Parma con l’obbiettivo di intraprendere
gli studi in compagnia di Alessandro Rolla. Quest’ultimo affida al ragazzo a Ferdinando Pear che, essendo in partenza
per l’Austria, gli consiglia di rivolgersi a Gaspare Ghiretti, maestro che gli
da lezioni di composizione e di contrappunto.
In questo periodo P, si ammala di polmonite ed è costretto a
farsi dei salassi per riprendersi. Questi lo rendono debole fisicamente. Da qui
in poi, per il resto della sua esistenza patirà spesso per la sua salute sempre
un po’ precaria.
La creatività di Paganini è notevole al punto da essere in
grado di riprodurre, con il violino, i suoni della natura, il verso degli
uccellini e quello degli altri animali. In questi anni tiene vari concerti in
Italia settentrionale e grazie al suo estro creativo viene accolto con grande
entusiasmo dovunque. Suonerà anche a Napoli e Roma. Dal 1802 al 1828 si esibisce
ininterrottamente per tutte le più prestigiose piazze italiane.
Dal 1828 in poi, però, Paganini, grazie ai sodalizi
lavorativi stretti con impresari dell’epoca e con gli artisti, affronta la prestigiosa
platea di tutta Europa: Germania, Polonia, Parigi, Vienna e Londra, riscuotendo
ovunque successi. I suoi impresari, anticiperanno il corso della storia sulla
metodologia pubblicitaria adottata all’epoca per far conoscere il mito di
Paganini, grazie al coinvolgimento costante delle testate giornalistiche più
importanti dell’epoca.
La sua vita sentimentale è segnata da alti e bassi.
Intrattiene diversi rapporti amorosi con svariate donne dello spettacolo e
cantanti. Alcune di queste storie daranno scandalo e per questo lui pagherà con
il carcere. Ma la vicenda del film focalizza la sua attenzione sul particolare
rapporto amoroso che Paganini pare abbia intrattenuto con la cantante inglese
Charlotte Watson vero amore della sua vita. Lo
scandalo generato da questa relazione lo farà tornare definitivamente in
Italia dove ci resterà fino alla sua morte.
La foga che ci mette nel suonare il suo violino in tutti i
concerti è tanta al punto da procurarsi sovente delle lesioni ai polpastrelli
della sua mano. Altro particolare curato molto bene nel film, è questo patto
segreto con il diavolo che l’artista avrebbe siglato. La legenda metropolitana nasce in virtù della forza e del virtuosismo che lui
riesce ad esprimere nei suoi concerti che per i più esperti dell’epoca appare
inspiegabile. Da studi accurati è anche molto verosimile la scena dell’osteria
raccontata nel film, allorquando lui si esibisce aiutato da un buon fiasco di
vino e nella foga dell’esibizione rimarrà con una corda sola e su quella corda
riuscirà a riprodurre diversi suoni che normalmente con il violino vengono
distribuiti su tutte le corde.
Le colonne sonore del film sono state realizzate ed
interpretate dallo stesso attore principale del film: David Garrett, virtuoso
violinista tedesco, chiamato il Jimi Hendrix del violino per le sue tendenze a
realizzare spesso brani di musica classica rivisti e corretti in chiave rock.
Anche il compositore Franck van der Heijden ha contribuito alla stesura della
colonna sonora, e sul tema del secondo tempo del concerto per violino e
orchestra n 4 scritto da Paganini, insieme hanno realizzato il pezzo centrale e
più bello del film che di seguito vi propongo: “Io ti penso amore”. Nel
film Garret suona il suo violino accompagnando la cantante Charlotte Watson interpretata
dalla bellissima attrice Andrea Deck con la voce dalla cantante americana NICOLE
SCHERZINGER.
Un’ ultima curiosità sul violinista Paganini: il famoso
detto “Paganini non ripete” ha
origine nel febbraio del 1818 al teatro Carignano di Torino, quando il re Carlo
Felice di Savoia, dopo aver assistito ad un suo concerto fa in modo che gli
arrivi la preghiera di ripetere il brano. Paganini durante i concerti amava
improvvisare molto e l’energia che metteva nelle sue prestazioni, come detto
prima, era massima; nell’occasione il musicista fa arrivare al re la sua risposta
“Paganini non ripete”. Per questa
risposta viene conseguentemente revocato a Paganini il permesso di eseguire un
terzo concerto in programma.