Nell'ambito musicale spesso si è portati a criticare. Si critica il collega per questioni di tecnica esecutiva, per una errata interpretazione di un determinato brano, per un metodo di insegnamento, ecc. Fino a quando le critiche rientrano in un ambito strettamente professionale, secondo me tutto è giustificato e giustificabile, ma quando queste critiche si spingono ben oltre la sfera professionale e pretendono di entrare nel vissuto e nell'essere stesso dell'individuo, nasce l'incoerenza. Che brutta cosa l'incoerenza. Tu oggi distruggi con due parole la dignità di una persona, di un collega, di un ambiente, e il giorno dopo ti ritrovi ad aver bisogno di loro. Allora dimentichi tutto e fai buon viso a cattiva sorte. Caro amico incoerente e presuntuoso, da oggi in poi, se puoi, prima di sentenziare sulla pelle altrui, ricordati che l'incoerenza delle parole spesso è sinonimo di stupidità. Allora se non vuoi essere stupido impara a rispettare il prossimo tuo come rispetti te stesso.
Blog di utilità e di condivisione di contenuti e informazioni culturali con particolare riguardo al grande mondo della musica.
domenica 11 marzo 2012
venerdì 2 marzo 2012
io sono quello che penso
Ho sentito questa frase in televisione per caso. Pubblicizzavano l'uscita di un libro. Queste sono frasi che qualsiasi cosa tu stia facendo, in casa, a lavoro, per strada, ti fermano e ti fanno riflettere. E allora pensi: quante persone sento quotidianamente parlar male di tutto e di tutti. E' dal cuore dell'uomo che può nascere il bene e il male, e il cuore, secondo me, controlla sempre il pensiero e dunque, le nostre azioni. Se l'uomo ha il cuore di pietra, non può che sbagliare sempre nella sua vita. Se invece il suo cuore è di carne, sarà sempre ispirato in tutto quello che fa.
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